“A Belluno tutta la vita”. Lo dice, scherzando Antonio Petrucci, un portalettere di origini campane, appassionato di foto e di montagna ed appassionato al suo lavoro. “Il mio sogno è continuare a lavorare in questi luoghi.” Da due anni fa il portalettere sulle montagne del Cadore e del Comelico, guidato dalla scoperta di una intensa passione per questi luoghi e per il suo lavoro. “Ho scelto di venire a vivere in montagna, su queste montagne che già conoscevo prima di entrare in Poste Italiane. Avevo avuto una breve esperienza di lavoro come portalettere, a Roma, poi ho deciso di mettermi alla prova accettando di trasferirmi a Belluno. Mi piace il rapporto diretto con le persone che in città è più difficile da trovare. E poi qui a Belluno il postino è una istituzione, si lavora quasi come in una famiglia, ed è famigliare il rapporto con le persone”.
Il portalettere nel Cadore
Antonio ha 33 anni e negli ultimi due anni ha fatto il portalettere in valle del Boite ed in val d’Ansiei, dalle montagne di Cortina all’ex villaggio Eni di Borca, i borghi del Comelico e poi fino a Misurina e passo Tre Croci. In questi due anni si è guadagnato il ruolo di caposquadra nell’ufficio di recapito di Pieve di Cadore: coordina un gruppo di una ventina di portalettere incaricati di coprire buona parte del Cadore e del Comelico: “Il mio compito è di far funzionare questa squadra, di permettere che si lavori al meglio. Devo quindi organizzare le attrezzature, i mezzi di trasporto, la sicurezza. E supportare i colleghi, anche con consigli nei momenti più difficili, come avviene in inverno. Sono parte, mi piace pensare, di questa grande famiglia. Che ci sia pioggia, neve o vento cerco sempre di dare una mano, anche dal punto di vista emotivo e relazionale”.
Le consegne con freddo e neve
Come ci si prepara ad affrontare il freddo e la neve durante le consegne? “Prima di tutto con un buon caffè caldo, con guanti, sciarpa, abbigliamento tecnico, i dispositivi di protezione che fornisce l’Azienda sono degli ottimi isolanti dal freddo e dalla neve. Conoscere il territorio è fondamentale. La reazione principale delle persone quando consegni in condizioni metereologiche avverse è di stupore, oltre che di vera e propria gratitudine. Ho in mente una cara signora, di Villanova, che tutti i giorni aspettava il mio arrivo (conoscendo ormai l’orario abituale del recapito presso la sua abitazione) guardando tra le finestre del suo salotto, per scambiare qualche chiacchiera. Nel giorno del suo novantesimo compleanno mi ha aspettato per condividere insieme una fetta della sua torta”.
La scelta della montagna
Antonio ha una laurea in economia, vive a Longarone, è appassionato di foto e trekking: “Il consiglio che mi sento di dare a chi sceglie questo mestiere – spiega - è essere sempre spontanei e positivi, senza arrendersi e senza stancarsi di chiedere ai colleghi e agli abitanti. Vivere in montagna è una scelta di vita che incontra un contatto autentico con la natura, il benessere, un rifugio per corpo e spirito, la tranquillità e la qualità dell'aria. Da quasi quattro anni vivo questi meravigliosi luoghi e abitanti e proprio questi ultimi devono essere orgogliosi dei luoghi i cui vivono perché possono insegnare molto, anche quei valori come il rispetto per gli altri e per l’ambiente, anche educare alla solidarietà. Un lavoro impegnativo, dunque, ma anche luoghi particolari: “Potrei citare per la loro bellezza posti come Serdes, vicino a San Vito, gli animali, i branchi che incontri sul bordo strada. E tante località meno conosciute, piccole e isolate come gemme preziose, dove noi arriviamo: Olantreghe o Davestra, dove pensate, vive una sola bambina. E poi luoghi magnifici come i passi Tre Croci, Misurina e passo Cibiana. Oppure passo Sant’Antonio, dove mi sono ritrovato a pochi metri tra cervi e daini e meravigliandomi di tanta eleganza”.